I trigliceridi rappresentano il principale tipo di grasso presente nelle riserve lipidiche dell’organismo e sono una fonte di riserva energetica. Derivano principalmente dalla dieta e in piccola parte dall’organismo. Sono una delle forme con le quali i grassi viaggiano nel sangue. Ne esistono di due tipi: esogeni (derivati dagli alimenti) ed endogeni (sintetizzati dal fegato).
Aumentano sia per predisposizione ereditaria che per diete ricche di grassi. Valori alti dei trigliceridi rappresentano un importante fattore di rischio per le malattie cardiache, diabete, malattie coronariche (infarto cardiaco) e aterosclerosi. Se i trigliceridi sono molto alti si associano quasi sempre a bassi valori del colesterolo HDL (colesterolo buono) con tendenza al sovrappeso ed al diabete.
Il valore normale è inferiore a 1,60 g/l, ma dipende dal metodo adottato dal laboratorio.
L’aumento dei trigliceridi nel sangue (ipertrigliceridemia) può essere causato da un’alimentazione troppo ricca di grassi oppure da alterazioni del metabolismo dei lipidi. In questo caso si parla di ipertrigliceridemia primitiva. L’ipetrigliceridemia può però anche dipendere da altra malattia come diabete non compensato, sindromi nefrotiche, pancreatiti, alcolismo acuto (ipertrigliceridemia secondaria).