Non è più un mistero che fumo, colesterolo alto, sovrappeso, diabete sono alcuni dei fattori principali nel rischio cardiovascolare. Non è quindi solo l’età anagrafica a esporre il cuore a un maggio rischio, ma anche il proprio profilo di rischio.
Le malattie del cuore sono oggi la prima causa di morte in Italia e nel mondo. Dai dati Oms e Istat, problematiche cardiovascolari hanno causato 17,9 milioni di decessi a livello mondiale nel 2016 e 220.000 in Italia nel 2019. Il 18% degli italiani è iperteso, ci sono 10 milioni di fumatori, 3 milioni e 200.000 diabetici e 6 milioni di obesi.
L’assenza e/o l’eliminazione dei fattori di rischio già in età 35-50 anni, significa prevenire l’insorgenza di malattie cardiovascolari anche in età avanzata.
Da qui, dunque l’importanza della prevenzione modificando il proprio stile di vita.
“Basti pensare che la maggior parte degli eventi cardiovascolari è evitabile attraverso una buona attività di prevenzione”, come ha spiegato in un’intervista il Dott. Pierpaolo Tarzia, Cardiologo dell’unità di cardiologia clinica dell’IRCCS Policlinico San Donato. Per questo è fondamentale conoscere il proprio rischio cardiovascolare e, su consiglio del proprio medico, attivare di conseguenza un piano di esami diagnostici e terapie.
“Per rischio cardiovascolare – spiega il dottore – si intende la possibilità di avere un episodio avverso cardiovascolare nei successivi 10 anni”.
La Società Europea di Cardiologia nel 2016 ha fornito un sistema che permette di suddividere i pazienti in quattro categorie di rischio:
- basso
- medio
- alto
- molto alto
L’essere considerati in una fascia ad alto rischio consente di ricevere un programma di accertamenti e un trattamento appropriati. Se, infatti, i pazienti considerati a basso rischio devono più che altro condurre una vita sana, all’insegna dello sport e della corretta alimentazione; quelli ad alto rischio, invece, oltre a seguire consigli di dieta e stile di vita sani, sono tenuti a seguire un trattamento farmacologico che riduca i fattori di rischio presenti (come, per esempio, farmaci che abbassano i livelli di colesterolo nel sangue, riducono i parametri della pressione arteriosa, o ancora a tengono sotto controllo il diabete).
La possibilità che i pazienti ad alto rischio abbiano già in atto una malattia coronarica è molto elevata: a volte si presenta in modo asintomatico e per questo è necessario sottoporsi a test diagnostici più approfonditi, come l’ECG, l’ecocardiogramma da stress fisico e farmacologico e la TAC coronarica.
Oggi, la telemedicina può essere un vero e proprio trampolino di lancio per la prevenzione, in quanto consente a tutti e ovunque di accedere ad esami e servizi di alto livello con il supporto di medici cardiologi specializzati.
Il territorio con il suo tessuto di farmacie è la carta vincente per far sì che la prevenzione cardiovascolare diventi un vademecum per il singolo cittadino, anche coloro che si ritengono “di ottima salute”.
Non è un caso che le farmacie associate FAP che rappresentano una buona fetta dell’intera compagine farmaceutica dell’area si siano specializzate e formate nei servizi ad alto livello di prevenzione cardiovascolare. Durante i mesi di settembre e ottobre (ma anche tutto l’anno) le farmacie associate FAP eseguono Elettrocardiogramma, profilo lipidico, colesterolo totale e holter cardiaco e pressorio in telemedicina, in diretto collegamento con il Centro di telecardiologia, Telemedico.