Quando piove abbiamo l’umore grigio. Quando c’è il sole, siamo felici, oppure più aggressivi. Perché aggressivi? La risposta arriva dalla scienza: il caldo ci fa abbassare le funzioni cognitive e ci fa quindi prediligere le soluzioni più semplici, non sempre le migliori.
Il clima, quindi, influenza inevitabilmente sia il nostro corpo sia la nostra mente e a questo legame nessuno può sottrarsi. In qualche misura, siamo tutti metereopatici e sensibili alle variazioni ambientali. A confermarlo sono gli esperti. Ci sono, certo, le differenze da soggetto a soggetto: i cambiamenti del clima, infatti, influenzano soprattutto coloro chi è solito essere suscettibile alle variazioni ambientali, come per esempio gli ansiosi o chi fatica a tollerare i rumori.
Probabilmente siamo maggiormente abituati a renderci conto di come la pioggia influenzi il nostro umore e le nostre attività. Mentre altri fattori climatici li sottovalutiamo. Per esempio il vento o la pressione dell’atmosfera influenzano una giornata storta: non a caso, il vento porta a essere più aggressivi, irritabili e meno altruisti. Questo perché siamo orientati a concentrarci a mantenere equilibrio e coordinazione anche nel solo gesto del camminare.
Caldo aggressivo
Effettivamente oltre al fattore termico in sé, che agisce direttamente sul nostro sistema nervoso, occorre considerare anche il ruolo di ‘stressor’ aspecifico che assume il caldo eccessivo. Agendo come un potente fattore di stress, il caldo è dunque responsabile di comportamenti aggressivi e impulsivi tipici di ogni circostanza stressante, che allenta le nostre capacità di controllo rispetto agli stimoli ambientali negativi.
Il nostro sistema nervoso “è sensibile all’aumento di temperatura, al tasso di umidità e alle ore di esposizione alla luce. Questi tre fattori agiscono come un detonatore negli individui con un equilibrio fragile dal punto di vista psicologico-relazionale. Come tutti i fattori di stress, quindi, l’insofferenza al caldo estivo può manifestarsi anche con comportamenti ostili ed aumento dell’aggressività. Le alte temperatura e l’umidità agiscono sui sistemi neuroendocrini. Da una parte, il caldo stimola l’attività del glutammato, neurotrasmettitore che esercita una potente azione eccitante sui circuiti cerebrali, dall’altra viene ridotta quella del Gaba il mediatore chimico che ci rende tranquilli e rilassati.
Inoltre lo stress termico “incide sull’equilibrio critico e comportamentale anche indirettamente, attraverso la perdita di sonno ed il sovvertimento dei nostri ritmi biologici. Dormire male – prosegue l’esperta – non significa soltanto dormire poco ma anche subire un’alterazione della qualità del sonno che, per essere davvero ristoratore, ha bisogno di conservare la concatenazione delle sue fasi naturali, la cosiddetta architettura del sonno. Nella situazione di elevate temperature che stiamo vivendo si registra un grande aumento di persone sofferenti di attacchi di panico. La sensazione di spossatezza, affaticamento nel compiere anche azioni banali, talvolta giramenti di testa, difficoltà di attenzione scatena, in persone che già vivono nell’ansia di un accadimento negativo, la convinzione che nel loro corpo stia avvenendo qualcosa di grave, di minaccioso. Da lì allo scatenamento di un attacco di panico il passo è breve”.
Più di un malumore
Il clima può causare più di un semplice malumore. Eccoci nell’ampio campo del disturbo affettivo stagionale, dove un ruolo fondamentale lo gioca l’esposizione alla luce naturale. Una vera e propria psicopatologia, per cui alcuni soggetti, nei mesi invernali hanno una maggiore tendenza a sviluppare forme depressive a causa della scarsa luce disponibile. C’è ormai un legame consolidato e scientificamente molto forte fra quantità di luce e umore. In persone particolarmente sensibili la scarsità di luce naturale può esasperare condizioni preesistenti di ansia e depressione.
Molte sono le ricerche sui benefici della luce solare. Alcune di queste, hanno dimostrato come nelle giornate di sole, i clienti (hotel o ristoranti) fossero più generosi nelle mance e nell’atteggiamento con il personale. Altre, hanno messo in risalto, come la soddisfazione degli impiegati sia direttamente proporzionale con la luce solare all’interno del posto di lavoro.
Sole = felicità?
In estate, è vero siamo tutti più felici. Ma con il superare certi livelli di temperatura e umidità, si instaura una situazione di stress, bassi livelli di energia psicofisica e demotivazione. Allo stesso modo con il freddo soffriamo. La scienza infatti ci insegna che le temperature troppo basse sono il peggiore fattore climatico per il nostro benessere generale. Il freddo ha un aspetto “ossessivo”: superate certe soglie, la nostra mente non riesce più a concentrarsi su altro che non sia quello di proteggersi dal freddo percepito.