Pochi giorni fa, il 29 ottobre, ricorreva la giornata mondiale contro l’ictus cerebrale. #DontBeTheOne è lo slogan di questa edizione. #Non essere quell’uno. Sì perché una persona su quattro verrà colpita da ictus nel corso della propria vita. L’invito è pertanto a non essere proprio quella persona.
Un’occasione per dare voci agli specialisti che hanno evidenziato come sia fondamentale la prevenzione e gli screening regolari. Tenere sotto controllo pressione, colesterolo, glicemia e malattie cardiache (soprattutto la fibrillazione atriale che causa il 20% degli ictus); non fumare, non consumare alcolici in eccesso e non fare uso di droghe; svolgere attività fisica moderata e costante; seguire una dieta sana ed equilibrata, ridurre il sale e monitorare il peso. Sono queste le linee guida condivise da Alice Italia Odv, l’Associazione per la lotta all’ictus cerebrale.
Prevenzione: primaria e secondaria
È bene distinguere tra prevenzione primaria, quella di soggetti che non hanno mai sofferto di eventi cerebrovascolari e prevenzione secondaria, mirata invece a prevenire un nuovo episodio in chi è stato già colpito da ictus.
Alcuni dei fattori di rischio – come sesso, età e familiarità – purtroppo non sono modificabili e non dipendono, quindi, dal comportamento del singolo. Ma è anche vero che la maggior parte dei fattori di rischio ictus sono modificabili. Quindi perché non seguirli:
1. Controllare periodicamente la pressione arteriosa, i valori di glicemia e colesterolemia, verificare l’eventuale presenza di fibrillazione atriale;
2. Astenersi dal fumo;
3. Non eccedere, anzi meglio evitare il consumo di alcolici;
4. Seguire la dieta mediterranea (ridurre il sale nei cibi, cibi eccessivamente ricchi di grassi di origine animale come i derivati del latte, carni grasse e rosse, salumi)
5. Svolgere regolare attività fisica (è sufficiente praticare abitualmente un moderato esercizio fisico, come camminare, fare le scale, ballare, andare in bicicletta o in piscina: attività praticabili a tutte le età).
Per chi ha già avuto un ictus cerebrale, i consigli aumentano. Potremmo quasi dire che sono dei doveri.
1. Effettuare almeno due volte l’anno le visite di controllo programmate sia dal neurologo che da altri eventuali specialisti, come ad esempio il cardiologo.
2. Eseguire, dove richiesto dal neurologo, esami strumentali di controllo, tra cui l’Ecocolordoppler dei vasi del collo, il Doppler transcranico e l’ecocardiogramma.
Ipertensione e diabete
Nei casi di patologie preesistenti il rischio aumenta. Ipertensione e diabete in primis. Due casi in cui la terapia suggerita dal medico ha una grande importanza preventiva. L’azione preventiva contribuirebbe per circa l’80% dei casi ad una massiccia riduzione su scala dell’ictus e al raggiungimento di obiettivi globali per diminuire anche altre patologie quali le malattie cardiovascolari, il cancro, il diabete, e altre cause di invalidità e morte.
Ictus, come riconoscerlo
Alcuni sintomi vanno riconosciuti tempestivamente. Non riuscire a muovere o avere minor forza ad un braccio, una gamba o entrambi gli arti dello stesso lato del corpo, avere la bocca storta, non riuscire a vedere bene metà o una parte degli oggetti, non essere in grado di coordinare i movimenti o di stare in equilibrio, non comprendere il linguaggio o non articolare bene le parole, essere colpiti da un violento e molto localizzato mal di testa, diverso dal solito.
Se improvvisamente compare anche uno solo di questi sintomi, occorre non aspettare: chiamare subito il 112 (in quelle regioni dove è attivo il Numero unico di emergenza) o il 118 perché, nel caso di sospetto ictus, il personale del centralino e quello dell’ambulanza sono in grado di attivare un particolare protocollo che indirizza velocemente all’ospedale più adeguato ovvero a quello in grado di gestire la fase acuta dell’ictus.