Non si può più rimandare. Il 6 marzo entrerà a tutti gli effetti in vigore la legge che obbliga a munirsi di dispositivi anti-abbandono per auto.
“La tua attenzione diventa legge”. È, infatti, questo il messaggio degli spot che animano la campagna di sensibilizzazione all’uso dei seggiolini anti abbandono per il trasporto in automobile dei bambini fino a 4 anni d’età. La campagna, realizzata dal Ministero Infrastrutture e trasporti in collaborazione con il Ministero della Salute e sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio ha l’obiettivo di sensibilizzare e far riflettere su quanto importante sia trovare un supporto alle nostre disattenzioni, allo stress, alla quantità di impegni che abbiamo e che potrebbero portarci ad avere disattenzioni e vuoti di memoria.
Mai come oggi è urgente affrontare il tema. Troppi sono i casi di cronaca che abbiamo dovuto ascoltare ai telegiornali negli ultimi due anni. E non si trattava di individui “borderline” ma genitori “normali”, come chiunque di noi, senza stili di vita opinabili o estremi. Eppure, sufficientemente stressati e impegnati dal tran-tran quotidiano da provocare sbagli irreparabili.
Perché dimentichiamo i bambini in auto
Purtroppo può capitare a chiunque, a prescindere dal livello intellettivo o di istruzione. Questo fenomeno succede per la “stanchezza” derivante spesso da stress, per assenza di un sonno ristoratore il quale ti impedisce di concentrarti. È un grosso errore sottovalutare il problema o peggio, sperare che a noi non accada.
Il nostro cervello ha una memorizzazione “selettiva” cioè, ci fa ricordare quello che maggiormente ci interessa, tutto ciò grazie agli innumerevoli collegamenti tra i neuroni e alcune sostanze nutritive (proteine) che lo mantengono in un equilibrio dinamico.
Un esempio per capire meglio è tornare ai banchi di scuola e pensare a quando studiavamo per ore la lezione di storia ma prima di andare a dormire ci sembrava di non ricordare nulla. Eppure, al mattino era tutto più nitido. Perché?
Il sonno è responsabile di una serie di fattori, ha molti effetti anche sull’apprendimento. Durante il sonno infatti consolidiamo i ricordi e potenziamo le capacità mnemoniche. Al contrario, privarci del sonno o l’alterazione del ritmo circadiano (sonno/veglia) comportano sviluppo di stress.
O ancora perché spesso dopo una lite furibonda o un trauma che ci spaventa, non ci ricordiamo più i dettagli? In quel momento vengono rilasciate adrenalina e noradrenalina (ormoni dello stress) le stesse responsabili dell’indebolimento delle capacità mnemoniche. Questo fenomeno può essere progressivo fino ad un vero proprio black-out.
Lo stesso fenomeno accade in seguito a ripetute e costanti alterazioni del sonno di un neo-geonitore. In questa fase di “tilt”, il soggetto è convinto di essersi occupato del piccolo senza però realmente averlo fatto. Qui nasce il vero rischio. La fase di maggior rischio per questi black out è quella in cui i nostri figli sono più piccini, nei primi anni di vita.
Ora dovrebbe essere maggiormente chiaro che le tragedie possono succedere a tutti. Non solo a chi è sbadato, superficiale, disorganizzato e smemorato.
Sono già obbligatori
Prima veniva consigliato di lasciare sotto il seggiolino o accanto ad esso oggetti fondamentali: le chiavi di casa, le chiavi dell’ufficio, il badge da timbrare. Ma oggi esistono sistemi innovativi, evoluti, i cosiddetti “Segnala Bebè” che sono in grado di avvisare il genitore che il bimbo è ancora seduto in auto mediante un segnalatore acustico e delle notifiche sui mezzi portatili di comunicazione.
Ricordiamo che si tratta di sistemi, già incorporati nei seggiolini o installati a posteriori, in grado di attivare automaticamente un allarme acustico o visivo ogni volta che l’adulto si allontana dall’auto dopo aver lasciato il bimbo a bordo.
I nuovi dispositivi di sicurezza sono diventati obbligatori dallo scorso 7 novembre anche se le sanzioni (da 81 a 326 euro più il taglio di 5 punti dalla patente) scatteranno solo a partire dal prossimo 6 marzo. Le sanzioni possono sembrare alte, forse. Ma l’obiettivo è evitare tragedie e sensi di colpa incolmabili.
Contributi all’acquisto
Il governo inoltre ha previsto dei contributi sotto forma di credito d’imposta (circa 30 euro per ogni singolo dispositivo e bambino) per agevolare l’acquisto da parte delle famiglie stanziando per il 2020 una cifra intorno ai 5 milioni di euro.