Il 2020 si è aperto con il boom dei casi di influenza nella prima settimana del nuovo anno: negli studi dei medici di famiglia si è registrato, infatti, un aumento del 20% dei pazienti colpiti dai virus influenzali rispetto alle settimane che hanno chiuso il 2019. A rilevarlo è la Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg). Complice il periodo delle feste natalizie e le scuole chiuse, si è determinata essenzialmente una contaminazione di tipo intrafamiliare ma ora, con la riapertura degli istituti scolastici, ci sarà un ulteriore aumento dei casi influenzali.
L’impennata di inizio anno ha anche portato un aumento delle complicanze legate all’influenza, di tipo respiratorio e bronchiale, con alcuni casi più gravi di polmonite, soprattutto nei soggetti più fragili come gli anziani. Il consiglio, se non quasi l’obbligo, è quello di vaccinarsi se ancora non si è provveduto a farlo. È importante che i soggetti più a rischio, come anziani o malati cronici, si vaccinino e per farlo c’è tempo fino alla fine di gennaio. L’influenza si protrarrà infatti per alcuni mesi e, dunque si è ancora in tempo per immunizzarsi e non incorrere in complicanze.
Il picco è arrivato ma si avvicina il vaccino universale
Siamo di fronte al picco stagionale e moltissimi sono costretti a letto in attesa di guarire. Fortunatamente, arrivano buone notizie per quanto riguarda il vaccino universale influenzale. I ricercatori stanno lavorando a un vaccino universale antinfluenzale contro tutti i ceppi del virus. Addio per sempre al vaccino ogni anno.
Molti degli attuali vaccini non sfruttano la proteina Na, che sta diventando un antigene sempre più importante nella ricerca dei vaccini anti-influenzale. Lo ha affermato al Messaggero, Gilbert Gonzalez, ricercatore della Georgia State University, spiegando che il vaccino antinfluenzale universale di ultima generazione dovrebbe funzionare grazie alla combinazione delle due proteine di cui è maggiormente composto il virus (Na e M2). In questo modo è stato possibile arrivare ad una protezione di lunga durata sui topi per ben 6 ceppi di influenza.
Come si legge sulla rivista Advanced Healthcare Materials, la proteina M2 è presente in tutte le varianti del virus dell’influenza mentre quella NA è rimasta sempre stabile nel tempo. Il nuovo vaccino universale influenzale utilizzerà nano-particelle a doppio strato composto da entrambe le proteine.
Fino ad oggi la ricerca si era concentrata sulla proteina HA (emoagglutinina) che va a colpire il corpo del virus. Tale tecnica però richiede ogni anno nuove ricerche per sviluppare il vaccino antifluenzale adatto al ceppo di virus che si sta diffondendo in quel momento. Con il vaccino universale, invece, la protezione sarà contro tutti i ceppi.
Il vaccino antinfluenzale universale permetterebbe di evitare il fastidio di vaccinarsi ogni anno e offrirebbe protezione a tutte le varianti del virus. L’idea è quello di somministrarlo tramite un cerotto con microaghi da mettere sulla pelle.
Non possiamo fare altro che, al momento, seguirne gli sviluppi.