L’importanza dello screening del diabete nasce da un’emergenza ormai definita un’epidemia mondiale. A dirlo sono gli esperti secondo i quali il diabete mellito, con le sue complicanze, è uno dei maggiori problemi sanitari dei paesi economicamente evoluti e non accenna ad arrestarsi.
Quanta incidenza
Esistono due tipi di diabete mellito. Il tipo 1 rappresenta l’8% dei casi, è una forma prevalentemente infantile e giovanile e richiede il trattamento insulinico sin dall’inizio, poiché causato dall’interazione fra predisposizione genetica e cause ambientali non ancora del tutto chiare. Il diabete di tipo 2, invece, rappresenta oltre il 90% dei casi ed è caratteristico dell’età adulta a causa di scorretti stili di vita (aumento dell’obesità e della sedentarietà) e superficialità nella prevenzione.
La malattia nei primi anni è spesso asintomatica e non di rado la diagnosi avviene casualmente in occasione di altri controlli e/o ricoveri. Ne deriva che la prevalenza della malattia “nota” è stimata intorno al 3-4%, mentre le indagini della curva da carico di glucosio forniscono percentuali sensibilmente più elevate, del 6-11%. Il fenomeno del diabete tipo 2 “inconsapevole” è pertanto molto importante. In un recente studio italiano, lo studio IGLOO, è stato evidenziato che fra le persone tra i 55 e i 57 anni con uno o più fattori di rischio, 1 su 5 aveva il diabete senza saperlo e ha permesso l’identificazione dell’83% di casi di diabete e il 57% di casi di un’alterata tolleranza ai carboidrati (IGT).
La chiave della prevenzione
Proprio qui nasce il ruolo chiave della prevenzione e delle farmacie quali presidi sanitari sul territorio. Oggi è possibile identificare i soggetti che, pur essendo normoglicemici presentano un rischio elevato di sviluppare la patologia in futuro. Diagnosticare il diabete o accertarne la predisposizione permette di individuare tempestivamente, insieme al medico, terapie e comportamenti da seguire. Anche in termini di costi, ci sarebbero dei vantaggi: secondo le stime di Federfarma, la malattia incide per circa il 10 e il 15% sui costi dell’assistenza sanitaria.
Non soltanto, quindi, l’attività di screening effettuata nelle farmacie può permettere di scoprire pazienti che sono diabetici (glicemia a digiuno uguale o superiore a 125 mg/dL) e non lo sanno, ma anche di rilevare condizioni di prediabete (valori glicemici a digiuno tra 100-125 mg/dL, secondo l’American diabetes association, e tra 110-125 mg/dL, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità), oppure di rischio di sviluppare la patologia. A quest’ultimi va rivolto un piano di educazione alimentare e di condotta di corretti stili di vita. Un approccio fondamentale che inizia il farmacista sia suggerendo al prediabetico regole dietetiche e motorie, sia indirizzandolo al medico e altri specialisti. Studi internazionali hanno dimostrato che un corretto stile di vita è in grado di prevenire la comparsa della patologia dal 60 al 100% dei casi.
I rischi da tenere sott’occhio
Il diabete è una patologia non infettiva che si manifesta con l’incidere di diversi fattori. Primo fra tutti l’età che più aumenta più c’è il rischio di contrarre il diabete. In seconda battuta, bisogna valutare l’indice di massa corporea e la circonferenza della vita, poiché il grasso a livello addominale è un indicatore di patologia metabolica. E poi che stile di vita si segue? L’abitudine a svolgere attività fisica, a nutrirsi in modo sano sono fattori fondamentali per tenere lontano il diabete. Certamente alla base della comparsa del diabete di tipo 2 vi è anche la predisposizione genetica e la familiarità. Valutati nel loro complesso si riesce a dare un’entità del rischio di contrarlo entro i successivi 10 anni.