Se la mascherina è vissuta come effetto collaterale della pandemia, può però rivelarsi uno strumento utile per contenere la diffusione delle allergie stagionali e, in linea generale, dei sintomi nasali di raffreddamento.
In pieno lockdown, infatti, i pazienti affetti da allergie primaverili sono stati maggiormente protetti e hanno sofferto di minor sintomi rispetto all’anno precedente, il 2019. A dirlo è lo studio “Face masks during Covid-19 pandemic lockdown and self-reported seasonal allergic rhinitis symptoms” pubblicato sulla rivista di settore “Rhynology”, condotto da Gennaro Liccardi, dell’Università Tor Vergata di Roma e Irccs Sdn-Synlab Napoli, Maria Beatrice Bilò, Università delle Marche, Ancona e Paola Rogliani Università Tor Vergata, Roma.
Questione di naso
Ai 291 pazienti monitorati (con esclusiva allergia ai pollini primaverili) è stato chiesto di dare una valutazione ai sintomi nasali e oculari durante la primavera 2020 durante la quale era d’obbligo la mascherina con la primavera precedente. Per una ricerca precisa sono stati chiesti i dati sul numero di pollini e sul livello di inquinanti ambientali presenti nei due periodi di osservazione dall’Arpac, ossia l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania.
Lo studio mostra come l’uso di mascherine, di qualunque natura siano (stoffa, chirurgiche e FFP2) ha migliorato sostanzialmente i sintomi nasali proprio perché protetti da questi “nuovi” dispositivi. Un dato confermato anche dal fatto che lo stesso risultato non è avvenuto per gli occhi.
Anche l’Arpac ha confermato con i suoi dati ufficiali questa tesi. I livelli di pollini e di inquinanti ambientali non erano infatti cambiati da una primavera all’altra. Pertanto, il netto miglioramento dei sintomi delle allergie primaverili non può essere attribuito ad un abbassamento dei livelli polline e di inquinamento.
Mascherina: utile ma non un’alternativa
Un risultato ovvio? In realtà, si tratta di una prima dimostrazione scientifica che certifica l’utilità per certi soggetti come per esempio “gli allergici” della mascherina per prevenire i sintomi nasali nei mesi di maggior intensità della pollinazione. Ciò non significa che le mascherina possano sostituire le terapie previste per le allergie rino-congiuntivite.
Secondo gli studiosi, è però evidente come l’uso delle mascherine, indipendentemente dalla pandemia, debba essere incentivato nel mondo occidentale anche per proteggere le vie aeree dall’effetto nocivo degli inquinanti ambientali e dall’azione di altri virus (non Sars Cov-2) in grado di peggiorare i sintomi respiratori così come già attuato in alcuni paesi asiatici e portare così a benefici maggiori in termini di diffusione dei virus e allergeni.