Il contesto pandemico ci ha portato a rivedere le nostre abitudini di salute e di prevenzione. La maggior parte di noi ha rimandato visite di controllo, screening di prevenzione. E tra le patologie più trascurate c’è proprio il melanoma, il tumore della pelle che nell’ultimo periodo sta registrando il più alto incremento di diagnosi.
Da qui nasce la volontà di lanciare la campagna “Oltre la pelle. La prevenzione al centro”, promossa da Novartis e con il supporto sia delle associazioni scientifiche che dai pazienti stessi con il fine di promuovere e diffondere l’importanza dell’osservazione della pelle per la prevenzione del melanoma.
Il melanoma è tra i tumori della pelle più aggressivi. Eppure l’80% della popolazione non ha ritenuto fondamentale eseguire la visita di controllo di mappatura dei nei. Questo è un dato preoccupante, considerando che il melanoma cresce di più del 20% rispetto al 2019 e che la prevenzione è lo strumento principale per combattere l’aggressività di questa malattia.
A dirlo sono i dati della II Edizione dell’Osservatorio di Doxapharma “Gli italiani e il melanoma” che insieme a Novartis ha fatto luce sulle abitudini di prevenzione degli italiani, con un focus sul melanoma.
Dall’indagine si evince che la percentuale di italiani che conoscono bene questo tumore e quella che ritiene importante la prevenzione e la diagnosi precoce si sono ridotte di oltre 10 punti rispetto all’anno precedente. Tra chi dichiara di essere particolarmente attento alla salute della pelle è, per paradosso, poco solita sottoporsi regolarmente a visite di controllo e a screening. Se poi consideriamo il genere, uomo e donna, il gap aumenta sostanzialmente. Gli uomini, infatti, non conoscono quasi e non si sottopongono ad alcuna forma di prevenzione.
Screening Nei: ancora troppo pochi
Lo screening dei nei ha una scarsa attenzione. Il 43% degli italiani non lo ha mai fatto e tra chi era solito controllarsi periodicamente, la frequenza è notevolmente rallentata. Causa la pandemia certo: solo il 7% ha pianificato un controllo dei nei durante i prossimi mesi.
“Il melanoma è il tumore più aggressivo della pelle legato alla trasformazione dei melanociti, responsabili del colore della pelle e dell’abbronzatura, su cute apparentemente sana o alla modifica di un neo preesistente. Sappiamo che uno dei fattori di rischio principali è proprio l’esposizione ai raggi solari e le scottature, soprattutto in giovane età”, osserva Ignazio Stanganelli, Direttore del Centro Clinico-sperimentale di Oncodermatologia – Skin Cancer Unit dell’Istituto Tumori della Romagna (IRST) IRCCS, Professore Associato dell’Università di Parma e Presidente dell’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI). “È importante aumentare la conoscenza di questo tumore perché, sebbene la ricerca negli ultimi anni ci abbia dato nuovi strumenti efficaci e mirati, la prevenzione rimane l’arma più potente che abbiamo”.
Riduzione dei controlli dermatologici, aumento del lasso di tempo tra una visita di controllo e l’altra, scarsa percezione dell’importanza della prevenzione delle forme tumorali della pelle. Sono tutti fattori d’allerta. La pandemia ha giocato un ruolo centrale in questo, sconvolgendo le nostre abitudini di vita e anche di salute.
Il tempo della prevenzione
Non possiamo più continuare a rimandare. È ora di riportare la prevenzione al centro della nostra routine quotidiana. Le persone più a rischio di sviluppare un melanoma sono quelle con pelle chiara e occhi verdi/celesti, molti nei, e familiarità per melanoma. Sono le stesse che devono sottoporsi a controlli clinici più regolari, anche se il controllo dei nei dovrebbe diventare una sana abitudine per tutti.
Rimane, quindi, importante rivolgersi al proprio dermatologo o presso le farmacie attive che offrono il servizio di teledermatologia per l’analisi di alcuni nei sospetti.
Se diagnosticato precocemente, infatti, il melanoma può spesso avere una prognosi favorevole e richiedere la sola asportazione chirurgica. Diventa invece più complessa la sua gestione quando la diagnosi avviene in fase più avanzata, nonostante le opzioni terapeutiche siano aumentate e migliorate rispetto a qualche anno fa.
La prevenzione infatti può realmente fare la differenza.