La pandemia Covid-19 che da più di un anno ha imposto (con sporadici allentamenti) un lockdown con restrizioni, distanziamento sociale e reclusione ha avuto effetti psicologici importanti.
I dati parlano chiaro. Sono aumentanti i disturbi dell’umore, dell’ansia e della depressione. Ormai l’ansia e la depressione da lockdown sono il nuovo trend tra i disagi psicologici di questo biennio.
Le cause? Non solo la netta diminuzione dei rapporti sociali e interpersonali, ma anche la non certezza di una stabilità economica che questa pandemia ha conseguentemente comportato. Ma, sarebbe cambiato qualcosa se sin dal primo lockdown ci si fosse impegnati a mantenere le stesse abitudini sportive? Secondo una recente indagine, sembrerebbe di sì.
Attività fisica e benefici psicologici, uno stretto connubio
L’indagine “Io conto 2020” ha messo in evidenza che si sarebbero potuti evitare ben oltre il 20% dei casi di depressione e ansia gravi. La ricerca, pubblicata sulla rivista “Plos One”, è stata condotta tra dipendenti e studenti delle università di Torino, Genova, Firenze, Pisa e Messina.
Lo studio ha raccolto le informazioni – tramite un sondaggio – sullo stile di vita, condotto tra aprile e maggio 2020, non solo degli studenti delle università partecipanti, ma anche di docenti, personale amministrativo e quello tecnico.
Il quadro è apparso nitido: disagio psicologico e livelli di ansia e depressione hanno colpito soprattutto colore che hanno interrotto la loro abituale attività fisica. Secondo fattore influente, il basso reddito, colpendo così soprattutto gli studenti e le mansioni a basso reddito e/o che si sono dovute temporaneamente interrompere.
Al contrario, chi è riuscito a dedicarsi a una moderata attività fisica durante il periodo di lockdown, anche se “domestica” ha corso un rischio minore di soffrire di ansia e depressione. Nello specifico il rischio si è ridotto del 20%, rispetto al 50% in più di probabilità per chi lo ha escluso.
Da qui la conclusione degli autori della ricerca. Se si fossero mantenuti gli stessi livelli di attività motoria del periodo pre-pandemia, si sarebbero evitati molti casi di depressione, di ansia e di peggioramento di disagi psicologici già in essere.
“Questo risultato – concludono i ricercatori – suggerisce che durante la pandemia la promozione della pratica dell’attività fisica in condizioni di sicurezza dovrebbe essere una priorità di salute pubblica per il contenimento dell’inevitabile aumento del disagio psicologico associato all’insicurezza socio-economica della popolazione”.