Quasi 4 milioni di persone in Italia sono affette da diabete tipo 1 o 2. Un bacino di pazienti che deve essere tutelato e protetto da informazioni inappropriate e fake news, che possono indurre a sottostimare la malattia, pregiudicare l’adozione di corretti stili di vita e compromettere l’aderenza alla terapia.
Non a caso, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dimostrato che solo il 50% delle persone con diabete di tipo 2 segue correttamente l’aderenza alle terapie. E la conferma anche dal Dottor Pintaudi, Direttore Medico Servizio di Diabetologia Ospedale Niguarda di Milano, che precisa come una soluzione efficace sia puntare su una maggiore consapevolezza del paziente.
È stato dimostrato infatti che più il paziente esercita un ruolo attivo attraverso un’informazione efficace, più è motivato a rispettare le indicazioni del medico. La consapevolezza del paziente e il supporto ad esso con i nuovi mezzi digitali sono i due temi al centro della Giornata Mondiale del Diabete di oggi. Una ricorrenza che fu istituita in occasione del compleanno del Premio Nobel, Sir Frederick Banting, che nel 1921 scoprì l’insulina.
Covid e Diabete, la sindemia del 2020
La recente emergenza causata dal Covid-19 più che una pandemia è una vera e propria sindemia. Per molti pazienti, infatti, al dramma del Covid-19 si aggiunge quello di una patologia cronica preesistente, e le due condizioni si potenziano a vicenda.
Se finora tutta l’attenzione si è focalizzata sull’interruzione della catena di contagio per contenere la pandemia, anche alla luce dei mesi che abbiamo davanti, bisogna garantire alle persone con diabete e, in generale a tutte quelle con una patologia cronica, un’assistenza rigorosa ed efficace.
L’impiego della telemedicina nella assistenza alla persona con diabete (ma non solo) dovrà da ora in poi far parte dello standard di cura del diabete attraverso strumenti digitali sempre più versatili e affidabili, anche per garantire la protezione dei dati personali.
A scuola di Diabete
Il diabete cambia la vita? Consente di praticare sport? Potrò ancora accettare inviti a cena e condurre lo stile di vita precedente? Sono tutti quesiti che chi ha il diabete o scopre di esserne affetto si domanda. Ecco perché il paziente diabetico ha bisogno di ricevere da farmacista, medico, infermiere e altri operatori sanitari una vera e propria educazione alla patologia.
L’aspetto educazionale rappresenta il punto focale nella gestione della malattia. Grazie all’educazione terapeutica è utile a comprendere e monitorare la malattia, gestire le complicanze acute e prevenire/rallentare lo sviluppo delle complicanze croniche e quindi insegna la corretta modalità di rilevazione del dato glicemico, la corretta modalità di esecuzione della terapia iniettiva, il riconoscimento della sintomatologia della ipoglicemia e la sua gestione, la cura del piede per la prevenzione delle lesioni, le modalità per un corretto stile di vita, l’utilizzo di nuove terapie e di nuove tecnologie e modalità per rapportarsi con innovazioni organizzative (tele-visita, tele-consulto).
Le persone con diabete, soprattutto all’indomani della diagnosi di questa articolata e ingombrante malattia, hanno bisogno di essere supportate.
La soluzione si chiama AIDA
Per aiutare le persone con diabete (ma anche caregiver e operatori sanitari in diabetologia) a trovare risposte sulla malattia arriva AIDA (Artificial Intelligence Diabetes Assistant). Una vera e propria assistente digitale che aiuta gli utenti a orientarsi nel mondo del diabete e trovare risposte, scientificamente fondate, alle domande che le vengono poste. AIDA risponde a quesiti sul diabete e sue implicazioni, parla di alimentazione ma anche di attività sportiva, rapporto con gli altri e stile di vita.
Si tratta del primo chatbot italiano dedicato al mondo del diabete, frutto del costante impegno di Novo Nordisk nell’attività di ricerca e sviluppo di soluzioni e strumenti tecnologici e innovativi di Digital Health e dell’esperienza e della consulenza di un board scientifico composto da specialisti in diabetologia. L’obiettivo è quello di dare risposte chiare e semplici, senza volersi mai sostituire al medico. Anche a domande poste da bambini, familiari che supportano e vivono a stretto contatto con chi soffre di diabete.
Gli esperti sono convinti che il coinvolgimento dell’intero nucleo familiare sia che si tratti di un bambino o di un adulto con diabete di tipo 1, o di un adulto o anziano con diabete di tipo 2, è fondamentale per l’adozione di uno stile di vita più sano e attivo. La conoscenza della malattia anche da parte loro è importante per innescare comportamenti virtuosi.
Quando tecnologia ed empatia vanno a braccetto
L’intelligenza artificiale alla base del software di AIDA permette di essere attenta e recepire le emozioni dell’utente. AIDA analizza le domande anche da un punto di vista emozionale per cercare di rispondere in modo appropriato all’interlocutore, nel caso riscontrasse (nel tono di voce e nelle parole utilizzate) paure, timori e stress legati alla gestione quotidiana della patologia, promuovendo il benessere fisico e psicologico.
Le persone affette da malattie croniche come il diabete, sia esso di tipo 1 o di tipo 2, sono infatti soggette a stress emotivo. Per questo è importante essere empatici, ascoltare le difficoltà soggettive dei pazienti, comunicare in modo chiaro ed efficace e offrire sostegno e supporto per garantire l’aderenza terapeutica.