Giugno è il mese delle prime gite fuori porta, dei primi bagni al mare e delle giornate più a lungo all’aria aperta. È questo il momento di scegliere la giusta protezione solare per prevenire macchie, scottature, rughe e danni alla pelle.
È indubbio che il sole sia un alleato del nostro corpo e un fattore essenziale per il benessere psicofisico. Una modica esposizione alle radiazioni solari è fondamentale per la prevenzione del rachitismo nei bambini e dell’osteoporosi negli adulti, soprattutto nelle donne dopo la menopausa. Il sole regola il metabolismo generale e i ritmi circadiani del nostro organismo. E’ direttamente coinvolto nel metabolismo della vitamina D e, accompagnato da una dieta completa, è fondamentale per una corretta mineralizzazione delle ossa e dei denti. La vitamina D è inoltre essenziale per regolare il metabolismo ormonale e per mantenere sano il sistema immunitario. Alcune malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla, possono essere collegati a carenze o disfunzioni nel corretto metabolismo delle vitamine del gruppo D.
Vi sono inoltre alcuni disturbi dell’età adulta, come i dolori articolari e muscolari, che traggono giovamento da un’esposizione solare equilibrata. La luce solare migliora e stabilizza il tono dell’umore. Inoltre, in certi casi una moderata esposizione ai raggi UV è di aiuto nel trattamento di patologie della pelle come micosi e psoriasi.
Il sole rappresenta d’altra parte il principale fattore di rischio ambientale per il melanoma e per altri tumori cutanei. Conoscere il proprio fototipo è il primo passo per proteggere meglio la salute della pelle. La protezione solare giusta è quella adeguata al proprio colore. In molti però non sanno a quale dei sei fototipi standardizzati appartengono. Per scoprire qual è il proprio, è possibile recarsi in farmacia (molte, proprio in questo periodo, offrono il servizio ai propri clienti) oppure affidarsi al portale del Ministero della Salute che ha predisposto un breve self-test dove indicare il colore dei proprio occhi, dei capelli, l’incarnato, la presenza di lentiggini, la frequenza e predisposizione alle scottature.
Pelle a colori
Il colore della pelle è determinato dalla quantità e dal tipo di pigmento (melanina) presente nella pelle. Non tutti sanno che la melanina si presenta in due forme: la pheomelanina, che corrisponde ai colori del giallo-rosso, e la eumelanina, responsabile del colorito che va dal marrone al nero.
Rispetto alla pheomelanina, la eumelanina è più efficace nel proteggere la pelle dalle radiazioni UV, evitando scottature e interferenze nei processi di sintesi e riparazione del DNA cellulare. La pelle chiara, meno protetta nei confronti delle radiazioni solari, è favorita nella produzione di vitamina D3 , necessaria per l’assorbimento del calcio e la fisiologica mineralizzazione delle ossa e dei denti, nonché per regolare importanti funzioni ormonali e immunitarie.
Una mutazione genetica può essere responsabile di una particolare condizione detta albinismo, caratterizzato dall’assenza totale di melanina, e che si manifesta con pelle e capelli bianchi e occhi molto chiari. In dermatologia, si utilizza una classificazione dei diversi tipi di pelle, chiamati fototipi, basata sulla qualità e sulla quantità di melanina presente “a riposo nella pelle” e sulla reazione all’esposizione ai raggi ultravioletti. Il fototipo 1 è quello più chiaro e più sensibile all’effetto dei raggi UV, mentre il fototipo 6 è tipico delle persone con la pelle naturalmente nera.
Fototipo, meglio conoscerlo
Sono sei, appunto, i fototipi riconosciuti: più alto è il valore, maggiore è il tempo di esposizione al sole consentito prima di scottarsi. Una persona con fototipo 4 (occhi scuri, capelli castani o neri, carnagione olivastra, che si scotta di rado e si abbronza con facilità), per esempio, potrà esporsi ai raggi solari con più facilità rispetto a una persona con fototipo 2 (capelli biondi, occhi verdi, carnagione chiara, presenza di efelidi, che si scotta con facilità e si abbronza con difficoltà).
I raggi solari sono il fattore di rischio più importante per l’insorgenza dei tumori alla pelle. La possibilità di sviluppare un melanoma non dipende dal fototipo, ma è un’interazione di fattori di rischio tra cui anche il fototipo, associato a familiarità, pregresso melanoma, elevato numero di nei, scottature solari nell’infanzia e nell’adolescenza, tipologia di lavoro, attività sportiva e stili di vita che espongono continuamente ai raggi ultravioletti.
Riconoscere il proprio fototipo aiuta a esporsi al sole con coscienza, scegliendo le modalità di protezione più opportune. Per esempio, una persona con fototipo 1 o 2 dovrà scegliere una crema solare con fattore di protezione 50, evitare il sole nelle ore centrali della giornata, o indossare dell’abbigliamento coprente, in cotone o lino bianco. Cappelli, occhiali da sole, indumenti e creme solari sono i nostri alleati durante l’estate. La Fondazione Veronesi ha elaborato un quaderno dedicato a “La nostra pelle, un organo importante da preservare” in cui sono contenute tutte le informazioni necessarie a prendersi cura della propria pelle attraverso la protezione giusta, l’alimentazione, i controlli periodici, l’informazione.
Fototipi diversi, regole uguali
Per tutti i fototipi valgono però alcune regole. L’esposizione al sole deve essere graduale, evitando le ore più calde (tra le 11 e le 16) per consentire alla pelle di sviluppare naturalmente l’abbronzatura. Le creme solari devono essere applicate più volte al giorno.
Bisogna eseguire con metodo e regolarità (ogni 2 o 3 mesi) l’autoanalisi della pelle, magari con l’aiuto di un familiare o di uno specchio, e rivolgersi al proprio medico ogni volta che si nota una nuova lesione o un neo che in poche settimane ha cambiato aspetto (colore, forma, dimensioni). Il dermatologo è a disposizione per effettuare visite integrali per un controllo di prevenzione: la diagnosi precoce fa salire al 90% infatti le probabilità di guarigione in caso di tumori alla pelle.
Negli ultimi 50 anni, i nuovi casi di melanoma nella popolazione caucasica sono aumentati di circa il 3-7% all’anno in tutto il mondo. Solo in Italia, sono 81.000 le persone che vivono con una precedente diagnosi di melanoma. Non vi è differenza di incidenza fra uomini e donne, e può svilupparsi a qualsiasi età, anche se è molto raro nei bambini. Le zone del corpo più colpite sono nell’uomo il tronco e gli arti superiori e nella donna gli arti inferiori. In circa il 10% dei casi si riscontra una familiarità, cioè nella stessa famiglia la malattia ha colpito almeno due parenti di I -II grado. Nella maggior parte dei casi i melanomi compaiono sulla cute sana, ma nel 10-30% dei casi avvengono su un neo preesistente che si trasforma. Il melanoma non è il tumore cutaneo più diffuso, ma è il più pericoloso, perché può dare metastasi in tempi relativamente veloci.
Sole e Bufale
Di pelle si parla troppo, da un lato, e troppo poco da un altro. Nasce così una serie di luoghi comuni: i luoghi comuni diventano facilmente credenze e convinzioni, orientando l’opinione delle persone in modo errato o incompleto. È il momento di conoscere più da vicino uno degli organi più complessi, utili e importanti del sistema “essere umano”. Il punto di vista sarà, come sempre, quello della scienza, l’unica vera fonte di certezze in grado di offrire le risposte corrette alle domande di tutti.
Per esempio i dispositivi abbronzanti (lettini, docce solari e lampade) rappresentano un rischio in età giovane e contribuiscono all’invecchiamento precoce della pelle. Pensare che questi dispositivi “preparino” la pelle al sole “quello vero” è una trovata meramente commerciale: non esistono infatti prodotti miracolosi che sostituiscano un lento adattamento al sole.
Non è vero, inoltre, che esporsi tanto al sole fortifica le ossa e fa bene alla crescita: per sviluppare la vitamina D, benefica per ossa, muscoli e sistema immunitario, bastano pochi minuti alla luce del sole ogni giorno. Non è vero neppure che una pelle abbronzata è una pelle più sana: l’abbronzatura è un meccanismo di difesa del corpo dall’aggressione dei raggi ultravioletti. Ed è sbagliato pensare che la crema solare sia un passepartout per stare al sole tutto il tempo che si desidera. L’unico lasciapassare per una buona esposizione è infatti un mix di fattori di protezione e una corretta informazione sul tema.