Nelle ultime settimane la scienza ha confermato che il contagio da asintomatici è il vero Tallone d’Achille della pandemia in corso.
Se fino a poco fa, tutti, anche le istituzioni e gli esperti raccomandavano la mascherina solo in presenza di sintomi, oggi le cose sono cambiate e molti paesi hanno reso obbligatorio l’utilizzo della mascherina all’intera popolazione. Semplice, hanno fatto riferimento alle raccomandazioni Centers for Disease Control and Prevention che rilevando un’alta percentuale di soggetti infetti da coronavirus sono asintomatici o pre-sintomatici, utilizzare la mascherina in tutti gli ambienti pubblici, dove è difficile mantenere il distanziamento sociale, specialmente in aree con elevata trasmissione in comunità, è l’unica protezione possibile.
In Italia, soprattutto, la trasmissione da soggetti asintomatici, è stata largamente sottostimata, fino a rappresentare se vogliamo il tallone d’Achille delle strategie contenitive della pandemia. Siamo il paese che grida a gran voce il principio della prevenzione e della precauzione, perché allora non metterlo in pratica in situazioni di emergenza, di alto rischio? Pensiamo anche solo al principio di costo-efficacia: ovvero, anche in assenza di robuste evidenze scientifiche, è possibile concludere che un limitato utilizzo delle mascherine contribuisce alla crescita dei contagi.
La Fondazione GIMBE ha fatto finalmente chiarezza e ha pubblicato e diffuso in ben 17 lingue una sintesa sull’efficacia delle mascherine nel contenimento del virus, redatta dai due studiosi Trisha Greenhalgh dell’Università di Oxford e Jeremy Howard dell’Università di San Francisco
Mascherine per tutti
Lo slogan alla base del loro studio è #Masks4All, ovvero mascherine per tutti perché il contagio da soggetti asintomatici ha una notevole rilevanza, sia in numero assoluto, sia perché i pazienti Covid-19 sono più contagiosi proprio nei primi giorni dell’infezione, quando ancora non erano stati “scoperti” ed erano asintomatici o presentavano sintomi lievi.
Una semplice mascherina in tessuto indossata da un soggetto infetto riduce di 36 volte la quantità di virus trasmessa e permette di attuare il cosiddetto “controllo della sorgente”. Cosa vuol dire? E’ molto più facile bloccare le goccioline di saliva quando escono dalla bocca, piuttosto che contenerle ed evitarle quando si disperdono nell’aria.
È sicuramente vero che non ci sono ancora sperimentazioni cliniche che hanno valutato l’efficacia di mascherine da parte della popolazione generale per contenere una pandemia, ma le sperimentazioni empiriche dimostrano che la mascherina potenzia gli effetti di altre misure di distanziamento sociale.
Dubbi e misteri
La mascherina non deve necessariamente arginare ogni singola particella virale, ma più ne blocca più si riduce la diffusione del virus. Infatti, gli effetti complessivi dell’uso delle mascherine nella popolazione generale dipendono soprattutto dalla percentuale della popolazione che la utilizza. Ecco perché sarebbe possibile ottenere lo stesso risultato aumentando l’aderenza della popolazione, anche con mascherine meno efficaci.
Soluzioni per aumentare l’aderenza della popolazione? L’approccio più efficace, a detta degli esperti, è l’obbligo di indossarle. In contesti specifici (es. mezzi di trasporto pubblico, supermercati) o, ancora meglio, sempre (quando si esce da casa).
Se è vero che, in caso di obbligo di mascherina, alcune persone tendono ad attuare comportamenti controcorrente, a rischio (es. violare il lockdown, lavarsi meno le mani), a livello globale l’effetto preventivo sarebbe comunque meno compromesso. Le misure restrittive e drastiche, l’esperienza insegna, in certi contesti emergenziali, sono i più efficaci.
E l’economia?
Anche gli economisti hanno detto e dimostrato che ogni singola mascherina (dal costo trascurabile) indossata potrebbe generare enormi benefici economici e salvare molte vite. Viste le difficoltà di approvvigionamento e distribuzione, la scienza conferma l’opportunità del “fai da te”, perché non c’è ancora alcuna evidenza che le mascherine debbano essere costruite con materiali o tecniche particolari.
Come è chiaro, il nuovo DPCM sulla fase 2 sottolinea la necessità di mantenere la distanza di almeno un metro in qualsiasi contesto ci si trovi e dispone l’obbligo della mascherina in tutti i luoghi pubblici dove non è possibile mantenere il distanziamento sociale. Considerato che dal 4 maggio, i contatti sociali aumenteranno progressivamente, al fine di ridurre il rischio di contagio è indispensabile la massima aderenza della popolazione, favorita dai prezzi calmierati e dalla possibilità di autoproduzione.