La vera influenza e le sindromi parainfluenzali sono infezioni virali caratterizzate da una sintomatologia molto simile. Ma a essere diversi sono i virus che le innescano e hanno caratteristiche peculiari, in particolar modo per quanto concerne la suscettibilità alle complicanze.
Quando sviluppiamo febbre, mal di gola, rinite, tosse, raffreddore e brividi di freddo tendiamo a pensare di essere stati colpiti dalla classica influenza. Ciò nonostante, soprattutto se si stanno manifestando tali sintomi in queste prime settimane d’autunno, è molto probabile che non si tratti di una vera influenza. Siamo di fronte a una sindrome parainfluenzale che possiede caratteristiche molto simili alla prima e che, in taluni casi, può risultare molto difficile da distinguere.
Tradizionalmente l’epidemia di influenza vera e propria raggiunge il picco massimo in pieno inverno, complice la drastica riduzione delle temperature, ma i virus dell’influenza 2019/2020 stanno già circolando.
Ma allora come possiamo distinguere l’influenza da una sindrome parainfluenzale?
La vera influenza è innanzitutto causata da virus diversi, gli Orthomixovirus A e B per i quali ogni anno vengono approntati gli appositi vaccini trivalenti e quadrivalenti. Per la stagione 2019 e 2020 sono coinvolti il ceppo A/Brisbane; il ceppo A/Kansas; il ceppo B/Colorado e il ceppo B/Phuket.
La campagna vaccinale sta partendo proprio da questi giorni e il farmaco impiega un paio di settimane prima di sviluppare lo scudo immunitario. Ciò suggerisce che la stagione dell’influenza non sia ancora “ufficialmente” partita. Ecco perché se si stanno sperimentando sintomi influenzali in questo periodo è molto probabile che siano derivati da virus parainfluenzali.
Nella maggior parte dei casi i virus responsabili delle sindromi parainfluenzali sono appartenenti alla famiglia dei Paramyxovirus, e i due più comuni sono il Virus Respiratorio Sinciziale del genere Pneumovirus e il virus della parainfluenza.
Secondo quanto detto dal virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università degli Studi di Milano, per la stagione corrente si attendono 8 milioni di italiani colpiti da sindrome influenzale, molti di più dei 5/6 milioni previsti per l’influenza vera e propria.
Chiari sintomi
Dal punto di vista della sintomatologia, si è di fronte alla vera influenza quando si palesa una combinazione di tre condizioni ben definite: la febbre molto alta con temperature superiori ai 38° e un suo sviluppo repentino; dolori diffusi ai muscoli e alle articolazioni; e sintomi respiratori come mal di gola, tosse e naso chiuso. La diagnosi deve essere comunque un medico a farla.
Nei soggetti con sistema immunitario depresso/compromesso, negli anziani e nei bambini l’influenza può portare a complicanze serie sia a livello respiratorio che cardiaco.
Le sindromi parainfluenzali sono, invece, generalmente più “mansuete” e meno durature. Tuttavia, in alcuni casi, oltre al classico raffreddore, al mal di gola e alle riniti più comuni, possono determinare anche complicanze respiratorie come polmoniti e bronchiti.
Esattamente come per l’influenza, il trattamento per le sindromi parainfluenzali prevede il riposo ed è di tipo sintomatico. Tra i farmaci più usati vi sono sciroppi contro la tosse, antipiretici per abbassare la febbre e antidolorifici contro il mal di testa e i dolori muscolari/articolari. Gli antibiotici sono assolutamente inutili, dato che i virus non sono microorganismi come i batteri e dunque non vengono uccisi da questi farmaci (vale sia per l’influenza che per le sindromi influenzali). Il riposo è la miglior terapia di recupero. Non gli antibiotici!