Era il 28 febbraio 1998, vent’anni fa, quando il medico inglese Andrew Wakefield pubblicò il suo studio sul presunto legame tra i vaccini e il manifestarsi dell’autismo. Nonostante risultò sin da subito viziato da difetti metodologici e da interessi economici, il report è ancora il più diffuso tra le organizzazioni “no vax” (contro i vaccini) e mina tutt’ora la fiducia della popolazione.
Quando si parla di vaccini, la mente va subito ai pericoli. Le troppe informazioni, spesso errate, dividono l’opinione pubblica. Da un lato c’è la comunità scientifica con coloro che si fidano dell’informazione medica, mentre dall’altro c’è chi grida al complotto e alla libertà di scelta. La realtà però è che in oltre un secolo di storia i vaccini hanno salvato milioni di vite e impedito a numerose epidemie di diffondersi.
La scoperta dei vaccini
Tutto ebbe origine nel 1796, quando il medico inglese Edward Jenner si accorse che le donne addette alla mungitura ai bovini contraevano spesso il vaiolo bovino, ma difficilmente quello umano. Per immunizzare mamme e bambini, utilizzò il pus di una lesione da vaiolo bovino (virus Vaccinia) ed effettivamente notò che la malattia non fu più contratta. Il nome vaccino deriva proprio dal virus Vaccinia. Questo è il principio su cui si basano ancora oggi i vaccini, anche se la tecnica di preparazione si è oggi raffinata.
Cosa sono i vaccini
La vaccinazione si basa sulla somministrazione di una piccolissima quantità di un agente infettivo inattivato (virus o batterio) o di componenti del microrganismo (antigeni). In questo modo si scatena una reazione simile all’infezione stessa senza però causare la malattia e le sue complicanze. Il principio usato dalla vaccinazione è quello della memoria immunologica, ossia la capacità del nostro sistema immunitario di ricordare le sostanze estranee che hanno attaccato il nostro organismo e contro le quali sono prodotti anticorpi specifici.
Le vaccinazioni hanno fatto sì che il vaiolo fosse debellato a livello globale nel 1980. L’ultimo caso conosciuto di vaiolo nel mondo è stato diagnosticato nel 1977 in Somalia. Si tratta dell’unica malattia a oggi completamente debellata e per la quale non è più necessaria la vaccinazione. Per tutte le altre invece siamo di fronte a una notevole diminuzione, ma con il costante rischio di una loro ulteriore manifestazione.
Vaccino: obbligatorio o facoltativo?
In Italia l’obbligo vaccinale risale ad almeno un secolo fa, in seguito alla diffusione di malattie che avevano provocato migliaia di morti. Il primo vaccino a essere introdotto fu quello contro il vaiolo nel 1888. Poi arrivò quello contro la difterite nel 1939; contro la poliomielite nel 1966; contro il tetano nel 1968 e contro l’epatite B nel 1991. Tutte queste vaccinazioni, tranne quella contro il vaiolo che non è più necessaria, sono oggi ancora obbligatorie.
Accanto ai vaccini obbligatori esistono anche altri vaccini raccomandati. A partire dal nuovo piano Nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019 entrambe le categorie saranno incluse nei servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di un ticket.